Il Palazzo, attualmente denominato Palazzo di Giustizia, che ospita il Tribunale di Mantova e parte degli uffici della Procura di Mantova, fu fatto edificare da Giovanni Battista Guerrieri tra il 1599 e il 1603; sorge in Via Poma, una volta Via del Corso, compresa nella contrada dell’Unicorno.
Fu proprietà dei Guerrieri, poi dei Gonzaga del ramo dei Nobili, quindi dei Gonzaga di Vescovato, ancora in Colloredo ed infine dell’ing. Jano che lo vende al Comune di Mantova nel 1872. Il costrutto architettonico è attribuito ad Antonio Maria Viani, prefetto delle fabbriche della corte dei Gonzaga dal 1595 al 1630-32; allo stesso artista è pure riferibile l’ideazione delle decorazioni pittoriche a stucco che si svolgono negli interni.
L’esecuzione dei dipinti è da assegnare per documentazione ad Orazio Lamberti, vicino all’ambiente cremonese da cui proveniva lo stesso Viani. Il Palazzo, per l’originalità contestuale dell’architettura di facciata in cui spiccano le gigantesche erme del piano nobile e di tutto l’apparato decorativo, si pone in una sua distintiva atipicità, anticipatrice di quel frasario che, non ancora presente nella corte dei Gonzaga, verrà solo più tardi adottato dagli stessi. Una complessa e dinamica articolazione strutturale si snodava al di là del blocco, pressoché quadrato, intorno al cortile in cui è conferito particolare risalto alla parete di controfacciata.